Ti sei mai reso conto che quando ti ritrovi a prendere un caffé con un tuo amico o amica, qualcuno comincia a raccontare un avvenimento recente. Queste storie iniziano con un fatto interessante, si complicano nel mezzo, ma alla fine si risolvono. Che ce ne rendiamo conto o meno, la struttura in 3 atti fa parte della nostra quotidianità.
Puoi pensare la struttura di una sceneggiatura come lo scheletro di un edificio. Per far sì che esso non crolli, deve avere delle fondamenta solide. Nel mondo cinematografico, quella più classica e conosciuta, è la struttura in tre atti.
Seguimi passo passo nella lettura di questo articolo per capire cosa è la struttura in tre atti di una sceneggiatura, come assimilarla attraverso anche vari esempi concreti di film.
Cos'è la struttura in tre atti?
La struttura in tre atti è un modello narrativo che suddivide la storia in 3 atti: Setup, Confronto e Risoluzione.
Come vedi non è niente di così complesso. Se ci rifletti, quasi tutte le storie che ci capita di leggere o vedere attraverso lo schermo possiedono questa suddivisione. Ma andiamo più in profondità e vediamo quale è lo scopo di ogni atto:
- Setup (inizio). Il primo Atto è l'esposizione della storia. Qui avviene la presentazione del protagonista e del suo obiettivo.
- Confronto (parte centrale). Il secondo Atto è il susseguirsi delle sfide che il protagonista affronta per raggiungere l'obiettivo. La posta in gioco si alza fino al confronto finale con l'antagonista.
- Risoluzione (fine). Il terzo Atto è la risoluzione della storia. Il protagonista raggiunge l'obiettivo e conclude l'arco di trasformazione iniziato nel primo Atto.
La maggior parte delle storie raccontate sul grande schermo segue questa struttura. Ti stai chiedendo il perché? Perché funziona.
La sceneggiatura non è matematica ma la semplice distinzione tra ciò che funziona e ciò che non funziona.
Nel corso dei secoli - questa struttura - è sempre stata in grado di catturare il pubblico. In realtà, la struttura in 3 atti risale a qualche millennio fa. Aristotele già ne parlava all'interno de La poetica.
Se vuoi approfondire l'argomento attraverso un testo molto più recente ti consiglio caldamente di pensare a La sceneggiatura di Syd Field.
I Atto - Setup
Di cosa parla la storia? Quale è il tema della storia? Chi è il protagonista? Quali sono i suoi obiettivi? L'incidente scatenante?
Queste sono alcune delle domande che mi pongo sempre quando devo affrontare la scrittura del I Atto. Ma vediamo quali sono gli elementi essenziali che il I Atto deve avere:
- Il protagonista. Senza di esso non esisterebbe nessuna storia. Mostra il protagonista nella sua quotidianità e il suo fatal flaw.
- La premessa. Oltre al protagonista devi far trapelare di che cosa parla la storia. Quale è il genere. Presenta l'universo narrativo della tua sceneggiatura.
- Il tema. Puoi pensare al tema come al sottotesto del film. Sì, il protagonista vuole raggiungere un obiettivo concreto, ma magari è solo il capro espiatorio del tema del film. Di cosa parla veramente il film?
- L'incidente scatenante. Hai presentato il protagonista nella sua routine quotidiana. Sempre all'interno del I Atto deve succedere qualcosa che mette in moto la storia. È chiamato anche chiamata all'azione o catalizzatore. Cosa fa in modo che il protagonista inizi il suo viaggio verso la trasformazione?
- La resistenza. Un personaggio reale e credibile non parte all'azione senza prima non aver avuto un dibattito interiore. L'incidente scatenante mette in moto la storia e deve essere talmente forte che nonostante un'iniziale riluttanza nel partire, il protagonista non ha scelta.
Il I Atto è una sezione cruciale della tua sceneggiatura poiché - oltre a fungere da presentazione della storia - funziona da gancio per il tuo lettore. Uno spettatore al cinema - solitamente - capisce se gli piace il film nei primi 15-20 minuti.
Considera sempre le prime pagine della tua sceneggiatura come fondamentali per conquistare l'interesse dello spettatore.
II Atto - Confronto
Come il protagonista risponde alla chiamata all'azione? Quali ostacoli affronta? Quali sono le sue vittorie? E le sue sconfitte? Come le cose diventano più difficili? Quale è la posta in gioco?
Personalmente trovo che il II Atto di una sceneggiatura sia il più difficile da sviluppare. È il più lungo e nella struttura in 3 atti copre il 50% della storia.
Il secondo Atto ha inizio nel momento in cui il protagonista risponde all'incidente scatenante e inizia il suo processo di trasformazione. Importantissimo, il protagonista deve essere parte attiva in questo coinvolgimento.
Vediamo quali sono gli elementi essenziali del II Atto:
- Passaggio al secondo atto. Questo è anche il primo plot point della sceneggiatura, ovvero un evento molto importante. Un esempio? Hagrid che porta via Harry Potter dai Dursley. Da qui comincia l'avventura.
- La linea B. Una storia d'amore? Un'amicizia importante? Un mentore? Questo è il momento del sub-plot, della sottotrama.
- Il midpoint. Solitamente coincide con la metà della sceneggiatura. Questo evento divide il II Atto in 2, e vederla in questa maniera mi aiuta tantissimo nell'ideazione delle mie storie. Così facendo ottieni una struttura in quattro atti. Con il midpoint, la posta in gioco sale. Il protagonista ottiene una falsa vittoria (o sconfitta se fosse un dramma).
- Tutto è perduto. Subito dopo il midpoint, la storia cambia direzione fino ad arrivare a questo punto. Il protagonista subisce la più grande sconfitta e viene messo metaforicamente al tappeto. Questo evento deve essere veramente la cosa peggiore che possa capitare al nostro personaggio principale.
- Rialzarsi. Non giriamoci intorno. Tutti i veri eroi cadono a terra, e tutti i veri eroi scavano dentro se stessi per rialzarsi. Questo evento è la naturale conseguenza della caduta. Giunto a questo punto, il protagonista non può tornare indietro perché capisce che deve andare verso la trasformazione. E la cosa più importante è che questo processo sia l'unico possibile.
Quando scrivi il II Atto devi ricordarti sempre del personaggio, del suo obiettivo e del fatto che la strada deve portare all'unico finale possibile.
III Atto - Risoluzione
Come reagisce l'eroe? Come riesce a vincere lo scontro finale? Come finisce la storia?
Se hai fatto bene il tuo lavoro nel I e nel II Atto, quest'ultimo dovrebbe risultare semplice come se si scrivesse da solo.
Il protagonista intraprende un viaggio, affronta gli ostacoli che incontra, inevitabilmente vince il duello finale, e adempie alla premessa drammatica. Risolvere la storia significa rispondere a tutte le domande poste all'inizio del film. Il punto di vista dello sceneggiatore esce allo scoperto e lo spettatore deve credere che sia così. Ma andiamo a vedere gli elementi essenziali del III Atto:
- Il climax. Il punto di trama più importante della sceneggiatura. Il momento in cui il protagonista vince lo scontro finale. Il climax deve rispondere alla premessa drammatica evidenziata nel I Atto.
- Finale. Deve esserci un senso di chiusura. Il famoso punto alla fine di ogni storia. Vittoria o sconfitta, il climax è passato e un nuovo inizio è arrivato. Il protagonista ha compiuto l'arco di trasformazione ed è una persona rinnovata.
Nei migliori film, l'inizio e il finale sono connessi tra loro. Capita spesso che la prima e l'ultima immagine abbiano dinamiche simili. La differenza è nel protagonista e nel suo modo di vedere.
Esempio struttura in tre atti
Harry Potter e la Pietra Filosofale
I Atto
Dopo la morte dei suoi genitori, Harry Potter, viene affidato agli unici parenti che gli sono rimasti, i Dursley. Harry vive l'infanzia rinchiuso in uno sgabuzzino all'ombra del cugino.
La casa dei Dursley viene letteralmente assediata da lettere della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Con l'aiuto di Hagrid, Harry scopre di essere un mago e decide di partire all'avventura verso la nuova scuola.
II Atto
La scoperta del mondo magico e le nuove amicizie di Harry sono il passaggio dal I al II Atto.
Nel frattempo si susseguono una serie di avvenimenti durante tutto l'anno scolastico tra cui: il conflitto con Malfoy, lo studio delle materie magiche, lo scontro con un troll e l'incontro tra Harry e Voldemort nella foresta proibita.
Tutto si complica quando i tre ragazzi pensano che Piton voglia rubare qualcosa custodita all'interno della scuola dietro la protezione di un cane a tre teste.
III Atto
La posta in gioca si alza quando Harry, Ron e Hermione superano la protezione del cane a tre teste alla ricerca di Piton.
Dopo una serie di ostacoli, Harry, si trova a tu-per-tu con Voldemort in uno scontro finale dove rischia la sua stessa vita.
Questo porta alla risoluzione del film e alla definitiva consapevolezza da parte di Harry di appartenere a quel mondo magico, e non allo sgabuzzino della casa dei Dursley.
Conclusioni
La struttura in tre atti non è una norma coattiva e tanto meno l'unica struttura presente nel mondo narrativo. È sicuramente un punto di partenza per chi muove i primi passi nel mestiere dello sceneggiatore. Questo perché la maggioranza assoluta dei film rientra in questa struttura.
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