Up è un film d’animazione del 2009 scritto da Bob Peterson e Pete Docter, da una storia originale di Pete Docter, Bob Peterson e Tom McCarthy, e diretto da Pete Docter.
Clicca qui sotto per il download della sceneggiatura completa di Up.
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Con Up, la Pixar continua la sua esplorazione delle emozioni umane attraverso l’animazione, ma lo fa con un registro nuovo: un’epica avventura dal cuore nostalgico.
Dietro palloncini colorati e mondi esotici si cela una storia profondamente umana, che inizia — sorprendentemente — in una sala cinematografica degli anni ’30.
La sceneggiatura di Up non parte da un'azione o da un dialogo tra personaggi principali. Inizia invece con una voce narrante fuori campo: un cinegiornale d’epoca, una trovata brillante che ci catapulta nel tono del film con semplicità e fascino.
La prima pagina della sceneggiatura di Up è una dichiarazione d’intenti: costruisce un mondo, introduce un’icona e, soprattutto, accende la miccia dell’immaginazione di un bambino.
Logline
Un anziano vedovo lega migliaia di palloncini alla sua casa per realizzare il sogno di una vita, ma il viaggio verso l’ignoto sarà molto più di una semplice fuga non appena scopre che un giovane scout si è intrufolato nella sua dimora.
Pagina uno
La prima immagine
Non un paesaggio. Non un volto. Ma una voce. Un cinegiornale degli anni ’30 si apre con un annuncio trionfante: “Movietown News presents... Spotlight on Adventure!”
Sul grande schermo vediamo una cascata monumentale in una giungla sudamericana — la mitica Paradise Falls.
È un footage “mai visto prima da occhio umano”, ci dice il narratore, rievocando l’immaginario esotico dell’epoca, fatto di spedizioni avventurose, territori inesplorati e scoperte straordinarie.
Poi, il personaggio chiave: Charles Muntz, l’eroe dell’infanzia per eccellenza. L’audace esploratore viene introdotto con una pittura a olio e una fanfara di ammirazione.
Subito dopo, il suo dirigibile, “The Spirit of Adventure”, atterra in New Hampshire: un gesto epico, ma inserito con un tono leggero e ironico (“più lungo di 22 camion del Proibizionismo messi in fila”).
È cinema dentro il cinema. Ma anche altro.
Ed è qui che entra in scena Carl.
Seduto in un piccolo cinema di provincia, il piccolo Carl Fredricksen guarda tutto a bocca aperta. Indossa casco e occhialoni da aviatore. È già là, con Muntz, in volo. Questa è la scintilla.
La pagina uno non ha dialoghi tra personaggi. Ma ha una voce narrante fortissima, un’estetica ben definita e soprattutto un obiettivo chiaro: farci capire cosa accende l’immaginazione di Carl.
Ci mostra chi è l’eroe e chi è il bambino che sogna di diventarlo.
Il tono è vintage, sognante, ironico. Il contrasto tra le immagini spettacolari della natura selvaggia e l’entusiasmo esagerato del narratore crea un’atmosfera che mescola avventura e nostalgia.
La sceneggiatura ci fa vedere un mondo e ci fa sentire cosa significa sognarlo. In una sola pagina, Up riesce a evocare un’intera infanzia fatta di idoli, di film guardati con il naso all’insù, e di un desiderio silenzioso di partire.