Sceneggiatura September 5 (2024): Pagina Uno
September 5 - La diretta che cambiò la storia (September 5) è un film del 2024 scritto da Moritz Binder, Alex David e Tim Fehlbaum e diretto da quest’ultimo.
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Regista e sceneggiatore delle proprie opere, Tim Fehlbaum ha iniziato la sua carriera realizzando cortometraggi e videoclip musicali, spesso incentrati su atmosfere apocalittiche e inquietudini legate alla sua terra natale, la Germania. Temi che riaffiorano anche nei suoi lungometraggi: Apocalypse (Hell, 2011) , Tides (2021) e, infine, September 5, candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, raccontano momenti di terrore ambientati in una Germania moderna o post-apocalittica.
Nei primi due film, la minaccia proviene dall’esterno: in Hell, un’eruzione solare; in Tides, l’inquinamento causato dall’uomo.
Opera dopo opera, però, sembra emergere in Fehlbaum un’evoluzione concettuale quasi opposta a quella leopardiana. Leopardi, infatti, passò dal pessimismo storico, dove l’infelicità dell’uomo nasce dal progresso e dalla storia, e dunque dall’uomo stesso, al pessimismo cosmico, che vede il dolore come parte ineliminabile della natura stessa e dell’universo. Fehlbaum, al contrario, sembra muoversi verso l’idea che il male sia sempre e solo generato dall’uomo.
In September 5, infatti, il nemico è interamente umano, e spesso vicino a casa: benché gli attentatori fossero palestinesi, dietro l’operazione si celava anche il sostegno di gruppi neonazisti tedeschi.
Sceneggiatura completa di September 5
Logline
Durante le Olimpiadi di Monaco 1972, un gruppo di giornalisti statunitensi, interrotto da una drammatica presa di ostaggi nel Villaggio Olimpico, si lancia in una corsa contro il tempo per raccontare l’evento in diretta, rischiando di diventare parte della storia che stanno narrando.
Pagina uno
La prima immagine
Una pistola si alza, parte un colpo. Non sappiamo ancora chi tiene l’arma o contro chi sia rivolta. Questa è la primissima immagine del film: un colpo di pistola che anticipa la violenza e il pericolo che costituiranno il nucleo drammatico della storia, prefigurando l’attentato e la presa di ostaggi. Subito dopo, l’azione si sposta in una piscina olimpica, dove gli atleti si tuffano in acqua.
Da un lato, la violenza improvvisa, la tragedia che irrompe senza preavviso. Dall’altro, il mondo ordinato e rassicurante dello sport, cornice di festa e competizione. Due immagini, due universi, posti uno accanto all’altro senza spiegazioni, ma destinati a collidere.
Il tutto è commentato all’interno di una control room, dove il telecronista commenta la partita e la regia televisiva cambia le inquadrature. L’ordine tecnico rivela subito il punto di vista dei protagonisti: i giornalisti sportivi, uomini e donne che vivono di immagini e dirette, chiamati a raccontare la gloria dello sport ma costretti, in quell’occasione, a trasmettere la paura e il dolore. La gara di nuoto è il simbolo di ciò che andrà perduto: l’illusione che le Olimpiadi siano uno spazio inviolabile, lontano dai conflitti del mondo reale.
In pochi secondi, il film dichiara il suo tema: lo scontro tra spettacolo e realtà, tra la facciata patinata e la verità cruda, tra la celebrazione dello sport e la violenza della storia. Il ritmo è rapido, senza preamboli: uno stacco netto, una frattura, proprio come quella che travolgerà i protagonisti. Da qui in avanti, la narrazione si muove in un costante alternarsi di calma apparente e tensione crescente, come un’eco continua di quel primo, improvviso colpo di pistola.
Versione del film
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