Sceneggiatura Mamma ho perso l'aereo (1990): Pagina uno
Mamma ho perso l’aereo (Home Alone) è un film del 1990 scritto da John Hughes e diretto da Chris Columbus.
John Hughes è stato uno degli sceneggiatori più influenti del cinema americano tra gli anni Ottanta e Novanta, capace di definire un immaginario intero con uno stile immediatamente riconoscibile. La sua scrittura si è concentrata soprattutto su due grandi territori narrativi: da un lato il passaggio all’età adulta da parte degli adolescenti, mentre dall’altro la famiglia come spazio di conflitto, affetto e disfunzione. Le sue storie parlano di personaggi che si sentono fuori posto, inascoltati o sottovalutati, ma che cercano una forma di riconoscimento emotivo più che sociale.
I temi ricorrenti della sua scrittura ruotano attorno all’incomunicabilità tra adulti e giovani, alla solitudine emotiva dentro contesti apparentemente felici, al bisogno di essere visti e ascoltati. Nei teen movies Hughes mette in scena adolescenti che soffrono non per drammi “epici”, ma per ferite quotidiane: l’umiliazione, l’esclusione, la pressione dei genitori, il peso delle apparenze. Nei film familiari e natalizi, invece, il conflitto si sposta sul disordine degli affetti, sull’incapacità degli adulti di proteggere davvero i figli, e sulla riscoperta tardiva dell’importanza dei legami.
Il suo stile di scrittura è caratterizzato da un equilibrio rarissimo tra leggerezza comica e profondità emotiva. I dialoghi sono semplici, diretti, costruiti su battute rapide ma sempre funzionali alla psicologia dei personaggi. Hughes scrive con una grande attenzione al punto di vista: anche quando racconta adulti, lo fa spesso filtrandoli attraverso lo sguardo di un giovane. La struttura narrativa è classica, molto solida, ma ciò che rende unici i suoi film è l’empatia: ogni personaggio, anche il più caricaturale, ha sempre una verità emotiva riconoscibile. Il suo racconto è popolare, accessibile, ma mai superficiale; sotto l’umorismo e l’intrattenimento batte costantemente un cuore malinconico, che parla di solitudini, incomprensioni e desiderio di appartenenza.
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Sceneggiatura completa di Mamma ho perso l'aereo (Home Alone)
Logline
Lasciato per sbaglio a casa da solo, un bambino combinaguai deve difendere la propria casa da una coppia di ladri la notte della vigilia di Natale.
Pagina uno
La prima immagine
Il film si apre con l’immagine di una grande casa borghese nel sobborgo di Chicago, addobbata per il Natale, che promette calore, festa e unione familiare. Questa aspettativa, però, viene contraddetta dall’interno: nel foyer regnano confusione e traffico continuo, mentre un poliziotto, simbolo di ordine e controllo, resta isolato e quasi invisibile in mezzo al caos. Già in questo contrasto visivo si annida uno dei nuclei tematici del film: in un ambiente così disorganizzato, è possibile che qualcuno venga ignorato, dimenticato, perso.
Nel passaggio alla camera da letto, Kate (Catherine O'Hara) è introdotta come una madre efficiente ma sopraffatta, divisa tra telefonate, preparativi e continui interventi dei familiari. La sua attenzione è frammentata, e quando Kevin (Macaulay Culkin) entra lamentandosi per l’ennesima ingiustizia subita, viene liquidato rapidamente.
Il bambino è subito caratterizzato come l’ultimo della gerarchia familiare, quello che non viene ascoltato e le cui esigenze sono sempre subordinate a quelle degli adulti. La battuta con cui Kate si schiera automaticamente dalla parte dello zio sancisce, sul piano emotivo, l’esclusione di Kevin ben prima che essa diventi fisica. Il dialogo serrato, fatto di ordini, recriminazioni e piccoli incidenti domestici, costruisce un clima di sovraffollamento e disattenzione collettiva: tutti parlano, nessuno ascolta davvero.
In questo modo la sceneggiatura prepara con naturalezza e coerenza l’evento centrale della storia, rendendo credibile che, in una famiglia così assorbita da sé stessa e dai preparativi, un bambino possa essere dimenticato senza che nessuno se ne accorga subito.