Inside Out - Frame del film
By Federico Verrengia / Aggiornato 2 giorni fa / Sceneggiatura

Sceneggiatura Inside Out (2015): Pagina uno

Inside Out è un film d'animazione del 2015 scritto da Pete DocterMeg LeFauve e Josh Cooley e diretto da Pete Docter e Ronnie del Carmen.

Clicca qui sotto per il download della sceneggiatura completa di Inside Out.

NOTA BENE: L'UTILIZZO DEL CONTENUTO È PUBBLICATO A SCOPO PRETTAMENTE INFORMATIVO ED EDUCATIVO.

Con Inside Out, Pixar compie un salto narrativo e concettuale sorprendente: racconta l'invisibile. Le emozioni diventano personaggi, la mente un vero e proprio universo da esplorare, l'infanzia un luogo fragile e potentissimo insieme.

Pete Docter, già autore di Up e Monsters & Co., firma una sceneggiatura capace di rendere tangibile l’intangibile, trasformando sentimenti come Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura in protagonisti di un’avventura interiore tanto divertente quanto commovente.

La prima pagina della sceneggiatura di Inside Out è un piccolo gioiello di scrittura visiva ed emozionale: apre le porte a un mondo che sta dentro ciascuno di noi, e lo fa con una leggerezza solo apparente. Perché dietro ogni parola c’è un equilibrio millimetrico tra ritmo, tono e profondità.

In questa analisi partiamo proprio da lì — dalla pagina uno — per capire come nasce un’idea brillante, come prende forma il mondo interiore di una bambina di undici anni e perché Inside Out è molto più di un semplice film d’animazione.

Sceneggiatura di Inside Out

Logline

Quando una bambina affronta un trasloco che sconvolge la sua vita, cinque emozioni prendono il controllo della sua mente: Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto. Ma quando Gioia e Tristezza si perdono nei meandri della memoria, l’equilibrio emotivo di Riley rischia di crollare.

Pagina Uno

Sceneggiatura Inside Out: Pagina uno

La prima immagine

La sceneggiatura di Inside Out si apre nel buio. Totale.

Non vediamo nulla, ma sentiamo una voce: è Gioia.

Ti è mai capitato di guardare qualcuno e chiederti cosa gli passa per la testa?

Con questa domanda — diretta, apparentemente leggera — gli autori ci spalancano le porte di un’impresa narrativa tra le più complesse: dare forma visiva a ciò che per definizione non ce l’ha. Le emozioni.

Eppure, invece di sovraccaricare lo spettatore con concetti astratti e complessi, la sceneggiatura compie una scelta brillante: torna all’origine, alla nascita.

Fade in: un ospedale, un neonato tra le braccia dei genitori. Una scena familiare, emotivamente universale. Ma è solo un attimo. Subito dopo, la macchina da presa — e con lei lo spettatore— si spinge oltre: entra nella mente di Riley, la neonata.

Ed è qui che inizia il vero film.

Il “Quartier Generale” che vedremo più avanti pieno di sfere-memoria, complesse console e affollato di emozioni, è per ora un luogo vuoto e buio. Un solo schermo acceso. Una sola figura luminosa: Gioia. Un solo pulsante. Nulla di più.

Ridurre tutto all’essenziale è l’intuizione visiva più potente di questa pagina uno.
Per rappresentare il luogo più sfaccettato che esista — la mente umana — gli sceneggiatori scelgono l’opposto della complessità: il minimalismo. Come la mente di un neonato, anche questo spazio interno è ancora tutto da costruire. Ed è proprio questa semplicità che permette allo spettatore di orientarsi, di non perdersi, di entrare senza resistenza nel concetto-chiave del film.

Un gesto, un sorriso, un ricordo che nasce: è tutto qui.
In una manciata di battute, Inside Out compie una magia rara: ci rende visibile l’invisibile e lo fa con chiarezza, delicatezza e un senso della misura che affonda le radici in una scrittura raffinata, consapevole e profondamente cinematografica.

Versione del film

Autore dell'articolo
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Federico Verrengia

Una storia inizia con un’idea, piccola ma potente, capace di crescere e prendere vita. Così è iniziato il mio percorso verso il cinema e il mestiere dello sceneggiatore, e ho voluto fondare Pictures Writers per rendere il tuo più semplice.