Il papa in piscina: Lo spiegone narrativo
By Lorenzo Carapezzi / Aggiornato 7 giorni fa / Sceneggiatura

Il papa in piscina: L'arte di evitare spiegoni narrativi

Uno sceneggiatore sa che una delle sfide più insidiose nella scrittura è quando ci si trova di fronte alla necessità di fornire informazioni cruciali al pubblico senza rischiare di perdere il ritmo o annoiare lo spettatore.

Gli "spiegoni" - quei momenti in cui i personaggi spiegano troppo, troppo esplicitamente, rallentando la narrazione - sono un male necessario in molte storie. Ma c'è un modo per trasformarli da pesanti pesi morti a momenti entusiasmanti. E la chiave sta nel riuscire a farli brillare con creatività.

Nel suo manuale Save the Cat!, Blake Snyder offre degli spunti su come evitare che gli spiegoni diventino un collo di bottiglia narrativo. Uno dei concetti più affascinanti che introduce è quello del "Papa in piscina". Questo principio propone di non rendere la spiegazione noiosa o statica.

La sorpresa, il conflitto, l'umorismo e l'ambientazione giusta sono tutti strumenti che, se ben dosati, possono trasformare questi momenti in qualcosa di memorabile e coinvolgente.

Save the Cat!
Save the Cat!
Acquista su amazon

Sfrutta la sorpresa: cattura l'attenzione con situazioni inaspettate

Un modo sicuro per evitare che lo spettatore si annoi durante uno spiegone è introdurre un elemento inaspettato. Il "Papa in piscina" è un esempio perfetto di come una scena che si avvia verso la solita esposizione di fatti possa essere trasformata in qualcosa di sorprendente.

Immagina di dover spiegare qualcosa di importante al Papa, ma invece di farlo in una sala formale, lo fai mentre quest'ultimo si trova in una piscina, intento a nuotare.

La situazione contrasta con l'immagine solenne che ci si aspetterebbe da un Papa, rendendo l'informazione che sta per essere svelata un po' più interessante. La sorpresa visiva stimola la curiosità e aiuta a mantenere viva l'attenzione.

Matrix - Frame del film White Room

In The Matrix (1999), uno degli esempi migliori di "spiegone", avviene durante il famoso dialogo tra Morpheus (Laurence Fishburne) e Neo (Keanu Reeves), quando quest'ultimo scopre la verità sul mondo che lo circonda. Morpheus spiega a Neo cosa sia la "struttura" del Matrix e come la realtà che conosce sia solo un'illusione.

La scena è altamente visiva e dinamica, con Morpheus che prende Neo e gli mostra il mondo dentro la simulazione, mentre spiega che la Matrix è una costruzione complessa, una simulazione della realtà che inganna la mente umana, facendole credere che la vita stia seguendo un corso normale. Neo viene immerso in una realtà che si trasforma.

Questo è uno "spiegone" che funziona perché è visivamente interessante e sorprendente per lo spettatore, rivelando un concetto complesso con l'aiuto di effetti visivi e una situazione che sfida le leggi della realtà conosciuta. La scena sfrutta la sorpresa non solo tramite il contenuto della rivelazione, ma anche attraverso il modo in cui viene presentata: un'ambientazione e un'azione che sono in perfetta sintonia con l'esposizione.

Integra l'azione con il dialogo: rendere l'informazione parte dell'azione

Un altro strumento potente è quello di non lasciare che il dialogo resti isolato, ma di intrecciarlo con azioni significative. Non è mai una buona idea che i personaggi semplicemente si fermino e parlino, in particolare se devono fornire informazioni che il pubblico già sa.

Se, invece, il dialogo avviene mentre i personaggi sono coinvolti in azioni importanti - come allenarsi, scappare da un pericolo, o svolgere un'attività quotidiana - l'esposizione non sembrerà mai solo uno "spiegone", ma parte di una scena dinamica. L'azione mantiene l'azione, mentre il dialogo diventa il mezzo per progredire nella trama.

Inception - Frame del film scena creazione sogno

Nel film Inception (2010) di Christopher Nolan, una delle scene migliori che integra l'azione con l'esposizione è quando Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) spiega a Ariadne (Elliot Page) come funziona il mondo dei sogni condivisi. La scena è strutturata in modo che Cobb non stia semplicemente parlando a Ariadne per spiegare come funzionano i sogni, ma mentre entrambi camminano per un paesaggio onirico che si trasforma davanti ai loro occhi.

Durante la spiegazione della "totale manipolazione" dei sogni, la città stessa si piega e si arrotola come una mappa tridimensionale, trasformandosi in un mondo visivamente stupefacente. In questo modo, le informazioni vengono trasmesse non solo attraverso il dialogo, ma anche attraverso l’azione e l’ambientazione che dimostrano tangibilmente quello che Cobb sta spiegando. La spiegazione teorica diventa visibile e concreta, rendendo il dialogo interessante perché è dinamico e visivamente stimolante.

Questa integrazione tra azione e dialogo permette di mantenere alta l'attenzione dello spettatore e di spiegare concetti complessi senza mai rallentare la narrazione. L’azione aiuta ad illustrare la spiegazione, dando al pubblico una comprensione immediata e coinvolgente di ciò che sta accadendo, senza bisogno di fermarsi per lunghi momenti informativi.

Usa il conflitto: introduci opinioni divergenti per creare tensione

Anche se l’esposizione è necessaria, non deve mai essere solo una semplice trasmissione di fatti! Una delle tecniche più efficaci per rendere interessante uno spiegone è quella di introdurre un conflitto. Se i personaggi si trovano in disaccordo su come interpretare i fatti, la tensione che si crea renderà il dialogo più coinvolgente.

Non si tratta di giustificare il conflitto a tutti i costi, ma di sfruttare il contrasto tra le opinioni per aggiungere dinamicità alla scena. A volte è proprio nelle frizioni che i dettagli più interessanti emergono.

La parola ai giurati - Frame del film primo voto

In La parola ai giurati (12 Angry Men, 1957), uno dei conflitti più potenti che genera tensione attorno a una lunga esposizione avviene durante le discussioni tra i giurati, in particolare tra il Giurato 8 (Henry Fonda) e il Giurato 3 (Lee J. Cobb). Il Giurato 8 è l'unico che inizialmente dubita della colpevolezza dell'imputato, mentre tutti gli altri giurati sono pronti a dichiararlo colpevole. Man mano che il Giurato 8 espone le sue ragioni, sfidando la veridicità delle prove e le motivazioni degli altri, il conflitto tra le sue opinioni e quelle degli altri giurati si intensifica.

Lo "spiegone" in questa caso non riguarda solo i fatti legati al caso legale, ma anche il confronto ideologico tra i giurati: c'è una forte battaglia tra la ricerca della verità e la paura, il pregiudizio e la rabbia. Ogni giurato rappresenta una visione del mondo diversa, e mentre il Giurato 8 espone dubbi sul caso, la scena diventa un intenso confronto tra moralità, giustizia e l'umana difficoltà di affrontare i propri pregiudizi. Il conflitto tra Giurato 8 e Giurato 3 è al centro di queste spiegazioni, e l'intensificarsi della tensione tra i due personaggi rende lo "spiegone" affascinante.

Non c'è un monologo, ma un continuo scontro verbale che rivela le emozioni e le convinzioni di ciascun personaggio, mantenendo il pubblico coinvolto mentre le informazioni vengono svelate gradualmente.

Ambiente visivamente stimolante: l'importanza della Location

Non si tratta solo di ciò che i personaggi dicono, ma anche di dove lo dicono. Ambientazioni uniche o visivamente stimolanti possono amplificare l’effetto di un dialogo esplicativo. Immagina una scena in cui un personaggio deve fornire informazioni chiave su un mistero, ma lo fa mentre cammina attraverso un paesaggio mozzafiato o durante una situazione di tensione visiva, come un incontro clandestino in un mercato affollato.

L’ambiente stimola l’interesse visivo, distraendo il pubblico dal fatto che stiamo affrontando informazioni magari poco eccitanti, mantenendo alta l’attenzione.

La grande bellezza - Frame del film scena party

La scena iniziale di La grande bellezza (2013) è un esempio perfetto di come l’ambiente possa arricchire il dialogo e le spiegazioni. Il film si apre con una festa esclusiva nella Roma mondana, un momento visivamente straordinario che cattura subito l’attenzione dello spettatore. Jep Gambardella (Toni Servillo) si trova immerso in un contesto di lusso opulento e divertimento sfrenato: giardini illuminati, cameriere in livrea e ospiti eleganti. Questa scena, che potrebbe sembrare solo un’introduzione, assume un significato profondo grazie alla sua ambientazione.

Roma, con i suoi monumenti storici e la sua eleganza, si mescola al caos e alla superficialità della vita mondana, creando un contrasto che rispecchia lo stato d’animo di Jep. Mentre osserva i suoi ospiti e interagisce con l’ambiente circostante, emerge il senso di vuoto e insoddisfazione del protagonista, che, pur circondato da bellezza e opulenza, si sente perso e in cerca di un significato più profondo. L’ambiente diventa un riflesso visivo della vacuità della vita di Jep e trasmette un messaggio potente senza l’uso di parole, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore.

Questa scena iniziale non è casuale; è un simbolo del mondo in cui Jep è intrappolato e un preludio al suo viaggio interiore. L’ambiente, con la sua grandiosità e i dettagli visivi, diventa un elemento narrativo che incornicia la storia e arricchisce le riflessioni del protagonista. La magnificenza e la contraddizione della location permettono allo spettatore di connettersi emotivamente con Jep, trasformando un discorso in un’esperienza coinvolgente.

Usa l'umorismo: rendi il dialogo piacevole e memorabile

Non c’è niente di più potente di un po’ di umorismo per alleggerire il carico di un lungo spiegone. Un personaggio che, pur offrendo informazioni importanti, non perde il senso dell’ironia o della leggerezza, può rendere la scena molto più piacevole.

Un commento sarcastico, una battuta spiazzante o un’osservazione che sdrammatizza la situazione sono ottimi per alleggerire una scena altrimenti pesante. L’umorismo rende anche i dialoghi più memorabili e umani, evitando che appaiano troppo pedanti o troppo formali.

Il grande Lebowski - Frame del film

Un esempio eccellente di umorismo in un dialogo che rende la scena piacevole e memorabile è in Il Grande Lebowski (The Big Lebowski, 1998) dei fratelli Coen. Una delle scene più iconiche del film è quella in cui Jeffrey "The Dude" Lebowski (Jeff Bridges) si trova davanti al suo avvocato, Walter Sobchak (John Goodman), e al suo amico Donny (Steve Buscemi) per discutere del rapimento di sua moglie. Mentre Walter è completamente preso dall'idea di affrontare la situazione con violenza, The Dude, con il suo caratteristico atteggiamento rilassato e indifferente, interrompe il discorso di Walter con una battuta ironica che sdrammatizza l'intero momento.

Walter si infuria e inizia a gridare a The Dude riguardo la gravità della situazione, ma The Dude risponde con una battuta secca e disarmante: "Calma, Walter. Non è la Seconda Guerra Mondiale". Questa osservazione leggera e fuori luogo interrompe la tensione e fa ridere sia i personaggi che il pubblico. La comicità sta nel contrasto tra la serietà di Walter e la natura completamente rilassata di The Dude, e l'umorismo diventa un elemento chiave per sottolineare le loro differenze e rendere la scena più piacevole.

Questa scena dimostra come l'umorismo possa alleggerire i dialoghi senza sminuirne il contenuto. Il sarcasmo e la leggerezza di The Dude non solo offrono un momento di respiro per lo spettatore, ma mettono anche in evidenza la sua filosofia di vita disincantata e l'assurdità della situazione in cui si trova.

La battuta non è solo divertente, ma enfatizza il tema del film: la vita è imprevedibile e spesso assurda, e l'unico modo per affrontarla è mantenere un po' di umorismo e distacco. Questo approccio rende il dialogo più umano e memorabile, aggiungendo profondità ai personaggi e creando un'esperienza che resta con lo spettatore.

Blake Snyder - Photo

In definitiva, uno spiegone non deve essere una condanna per la sceneggiatura. Con un po’ di inventiva e l’uso di tecniche narrative creative, anche una sequenza densa di informazioni può essere entusiasmante e coinvolgente.

Sfruttare la sorpresa, integrare l’azione con il dialogo, usare il conflitto per aumentare la tensione, valorizzare i personaggi e l’ambiente, e introdurre una dose di umorismo: questi sono gli strumenti che possono trasformare un momento espositivo in una scena memorabile. La chiave sta nel mantenere l’attenzione alta, facendo sì che lo spettatore non solo capisca quello che sta succedendo, ma lo viva come parte di un’esperienza emozionante.

Non è mai troppo tardi per dare una svolta a uno spiegone. Con un po’ di creatività, il rischio di una lunga e noiosa esposizione può trasformarsi in un’opportunità per brillare!

Profile image

Lorenzo Carapezzi

Da sempre affascinato dal mondo della scrittura, fin da piccolo passavo il tempo a creare storie e guardare film, osservando con attenzione come venivano narrate le vicende. Crescendo, questa passione è diventata più concreta: ho approfondito la mia creatività attraverso lo studio, laureandomi in DAMS e Scienze Linguistiche, e frequentando corsi di sceneggiatura. Oggi la scrittura è il cuore della mia vita professionale. Mi dedico alla creazione di storie originali e insegno sceneggiatura a giovani talenti, aiutandoli a trasformare idee in trame e personaggi memorabili. La sceneggiatura, per me, non è solo un lavoro, ma un'arte che mi accompagna quotidianamente, una passione di cui non posso più fare a meno.