Il posto delle fragole - Frame del film - Lo specchio
By Lorenzo Carapezzi / Aggiornato circa 16 ore fa / Sceneggiatura

Come scrivere una scena onirica: 5 regole fondamentali

Il sogno è il tentato appagamento di un desiderio.

Quando Sigmund Freud, nel 1899, pubblicò il libro L’interpretazione dei sogni (Die Traumdeutung), egli pose le basi per un nuovo modo di intendere l’attività onirica: non più soltanto un misterioso fluire di immagini, ma una porta d’accesso privilegiata all’inconscio. Un sogno è un desiderio travestito, un tentativo della mente di appagare ciò che nella veglia viene represso.

Nella scrittura cinematografica, le scene oniriche non sono semplici "sogni ad effetto": sono strumenti narrativi potentissimi, capaci di svelare i conflitti interiori dei personaggi, anticipare rivelazioni o generare atmosfera attraverso immagini che sfuggono alla logica ordinaria.

In questa guida vedremo come si costruisce una scena onirica efficace, a partire dalle sue funzioni narrative fino agli strumenti tecnici per scriverla sulla pagina. Lo faremo con un esempio magistrale: Il posto delle fragole (1957) di Ingmar Bergman, che ha fatto scuola nell’uso del sogno nel racconto filmico.

Il posto delle fragole - Frame del film - Il sogno

Perché sogniamo?

Il sogno, secondo Freud, non è un evento casuale o privo di significato: nasce dalla mente come risposta a bisogni profondi e conflitti interiori. Sogniamo per elaborare emozioni, per mettere ordine nelle esperienze vissute e per dar voce a desideri inconsci o rimossi. Il sogno funziona come un teatro in cui la psiche si rappresenta con simboli e immagini, trasformando paure, speranze e tensioni in narrazioni simboliche.

Per questo, in quanto scrittori per immagini, comprendere questa funzione è fondamentale per scrivere sogni che siano non solo suggestivi ma carichi di senso: in un certo senso, la nostra mente è il nostro sceneggiatore che mette in scena ciò che si nasconde nel nostro interiore, e quindi nell’interiore del personaggio.

La funzione drammaturgica

Riprendendo l’iniziale citazione di Freud, possiamo dire che il sogno è uno degli strumenti più potenti per mostrare al pubblico i conflitti interiori dei personaggi. Ma la sua funzione non si esaurisce nella semplice espressione del desiderio rimosso. Può svolgere diverse funzioni drammaturgiche, rendendosi indispensabile nella costruzione del personaggio e nel ritmo narrativo.

Il sogno può servire a rivelare un trauma o un evento del passato, spesso in modo più efficace di un tradizionale flashback, grazie al suo linguaggio simbolico che lavora direttamente sulle emozioni dello spettatore.

In altri casi, più rari rispetto al flashback, è possibile anticipare il futuro: non tanto con dichiarazioni esplicite, quanto con visioni ambigue, inquietanti o profetiche, capaci di generare tensione e domande.

Inoltre, il sogno consente allo sceneggiatore di sospendere la linearità del racconto, offrendo una pausa poetica o disturbante che rompe il ritmo logico della storia per mettere lo spettatore in uno stato di maggiore ricettività.

Ma forse la funzione più preziosa della scena onirica è quella di immergere il pubblico nel mondo interiore del personaggio. Mentre nella realtà narrativa esterna i personaggi agiscono, nel sogno rivelano. Il loro inconscio prende il controllo, e il cinema, con la sua capacità visiva e sensoriale, diventa il mezzo ideale per portare in superficie ciò che nella vita resta nascosto.

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Le 5 regole fondamentali per scrivere una scena onirica

Ogni scena ha uno specifico obiettivo. Questo vale anche per una scena onirica: non basta che sia visivamente affascinante o surreale; deve soprattutto servire la storia. Se non ha un impatto sulla narrazione o non rivela qualcosa di importante sul personaggio, rischia di diventare un esercizio di stile vuoto. Ecco perché è fondamentale seguire alcune regole semplici ma efficaci.

Per capire al meglio gli esempi che utilizzeremo, ecco una breve sinossi del film Il posto delle fragole:

Isak Borg è un medico in pensione che viaggia da Stoccolma a Lund in compagnia della propria nuora Marianne, una donna infelice ed in attesa di un figlio. Lungo il tragitto i due incontrano una serie di autostoppisti, ciascuno dei quali è in grado di fare riflettere l'anziano signore sul senso della vita e sui sogni irrealizzati.
Il posto delle fragole - Frame del film - Primo sogno

Fase 1 - Il sogno come rappresentazione del tema

Il tema della storia, dunque, è la tragica condizione di chi raggiunge la consapevolezza solo quando è ormai troppo tardi.

È questa la chiave di lettura non solo del viaggio interiore del protagonista, ma anche della struttura profonda del film. E proprio da qui dovrebbe partire ogni scrittore, non solo quando affronta la scrittura di una scena onirica, ma in qualunque scena narrativa: partire dal tema.

Come afferma Robert McKee nel suo celebre saggio Story:

Una scena ben scritta è quella in cui ogni elemento — dall’ambientazione al dialogo, dai gesti alla scelta delle parole — riflette e rafforza il tema centrale della storia

Scrivere un sogno, dunque, non significa concedersi una parentesi poetica o stravagante, ma anzi assumersi la responsabilità di esplorare il nucleo emotivo e filosofico del racconto attraverso un linguaggio simbolico.

Nel primo sogno, Isak Borg cammina in una città deserta, dove gli orologi non hanno le lancette: il tempo si è fermato. Le strade sono vuote, le finestre cieche. All’improvviso, un uomo senza volto crolla a terra; una bara cade da un carro funebre e, aprendosi, mostra un cadavere che è lo stesso Isak.

In questa scena, Isak è un uomo che ha vissuto inaridito, distaccato, cieco ai sentimenti — e solo adesso, quando è troppo tardi, è costretto a fare i conti con la morte, il vuoto, il rimpianto. Si apre così il viaggio dell’eroe del film.

Il posto delle fragole - Frame del film - Orologio senza lancette

Fase 2 - Lavora per immagini

Il nostro lavoro consiste nel comunicare per immagini e per emozioni. Nel sogno questo è ancora più concreto. Comunica attraverso immagini simboliche, non spiegazioni razionali.

Bergman fa un uso magistrale di simboli: l’orologio senza lancette, l’uomo che cade a terra e si decompone, la bara da cui spunta una mano. Sono tutte immagini che colpiscono in modo viscerale. Questi simboli non hanno bisogno di essere “spiegati”: lavorano direttamente sull’inconscio dello spettatore, creando una sensazione di angoscia e destabilizzazione. Per lo sceneggiatore, l’obiettivo è costruire immagini che parlino da sole, evocando emozioni profonde.

Il posto delle fragole - Frame del film - Sogni d'infanzia

Fase 3 - Rompi le regole dello spazio-tempo

I sogni ci affascinano proprio per la loro incomprensibilità immediata. Quel senso di straniamento che ci accompagna al risveglio è ciò che innesca la nostra curiosità. Dentro i sogni, le leggi che normalmente viviamo ogni giorno vengono destabilizzate. È questa logica misteriosa, spesso priva di coerenza apparente, a renderli così potenti e affascinanti: non ci offrono risposte chiare, ma rivelazioni in forma di enigma.

Nei suoi sogni, Isak rivive scene dell’infanzia, ma le osserva da adulto; i ricordi si mescolano con la realtà e si confondono con la visione. Non c’è mai una netta distinzione tra presente e passato. Questo scivolamento temporale e percettivo crea l’effetto onirico, accentuando lo spaesamento del protagonista. Anche per lo spettatore è difficile distinguere sogno, memoria e realtà: ed è proprio questa ambiguità che genera potenza narrativa.

Il posto delle fragole - Frame del film - Sara

Fase 4 - Mantieni un legame emotivo

Non scordarti mai che il sogno non è mai neutro: riflette l’inconscio del personaggio. In Bergman, i sogni di Isak parlano della sua freddezza emotiva, della colpa, della nostalgia e della paura di non essere mai stato amato.

Nella scena in cui rivede la cugina Sara (di cui era innamorato da giovane), il sogno non è una semplice rievocazione romantica: è il dolore per una felicità perduta, per un amore mai realizzato. Ogni elemento — le risate, il paesaggio bucolico, l’inattesa distanza — riflette lo stato d’animo profondo del protagonista. Il sogno, così, diventa una radiografia affettiva.

Il posto delle fragole - Frame del film - Il risveglio

Fase 5 - Cura l'ingresso e l'uscita dal sogno

Riprendendo ancora Story di Robert McKee, una scena, per essere davvero tale, deve portare con sé un cambiamento di valore. Dal positivo al negativo, dalla speranza alla paura, dalla calma al turbamento: ogni scena efficace segna un passaggio emotivo o morale, anche minimo, ma percepibile. Senza questo movimento interno, ciò che si sta scrivendo non è una scena, ma una descrizione, un momento statico, privo di tensione narrativa.

Questo vale ancor più per le scene oniriche, che non sono mai semplici divagazioni visive. Un sogno ben costruito deve generare una trasformazione, anche sottile, nella coscienza del personaggio e nella percezione dello spettatore.

Una buona scena onirica, inoltre, ha bisogno di transizioni efficaci. In Bergman, per esempio, l’ingresso nei sogni avviene spesso senza preavviso: dissolvenze lente, cambi di ritmo, alterazioni nel suono o nella luce ci trasportano dalla veglia all’incubo quasi senza accorgercene. È ciò che accade nella prima sequenza de Il posto delle fragole, dove Isak sembra semplicemente camminare per strada, finché il tempo non si spezza, i passanti scompaiono, e l’atmosfera si fa inquietante. Il sogno inizia mentre la realtà sfuma, ed è proprio questa ambiguità a renderlo così coinvolgente.

Anche l’uscita dal sogno ha un peso drammaturgico. In Bergman, il risveglio non è mai neutro: porta con sé un turbamento emotivo, una rivelazione, una ferita che brucia appena sotto la superficie. Il personaggio si ridesta, ma qualcosa è cambiato. Il modo in cui si entra e si esce da un sogno può segnare uno spartiacque emotivo nella storia, amplificare l’effetto simbolico della sequenza e incidere profondamente nella traiettoria narrativa del personaggio.

Conclusioni

In un mondo narrativo in cui tutto sembra dover rispondere alla logica della causa-effetto, il sogno rappresenta una frattura, una soglia, un varco attraverso cui accedere a ciò che normalmente resta sommerso: traumi, desideri, rimpianti, paure. Scrivere una scena onirica non significa solo "aggiungere mistero", ma penetrare il cuore del personaggio e dare forma visiva alla sua interiorità.

Come ci insegna Bergman ne Il posto delle fragole, il sogno è molto più di un espediente stilistico: è una lente attraverso cui leggere l’intero racconto, un dispositivo poetico che, se usato con consapevolezza, può condensare in pochi minuti ciò che altrimenti richiederebbe interi dialoghi o pagine di sceneggiatura.

Per chi scrive, questo significa affrontare ogni sogno con la stessa cura che si riserva alle scene più importanti: partire dal tema, lavorare per immagini, rompere la linearità, toccare corde emotive profonde e garantire un vero cambiamento, anche minimo, nel personaggio o nella narrazione.

Perché in fondo, come suggeriva Freud, ogni sogno è una verità mascherata. E nel cinema, svelarla è un atto di coraggio e di visione.

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Lorenzo Carapezzi

La scrittura è al centro della mia vita professionale. Creo storie originali e insegno sceneggiatura a giovani talenti, aiutandoli a trasformare idee in trame e personaggi memorabili. Per me, la sceneggiatura è un'arte e una passione quotidiana.