Harry Potter - Albus Silente - Frame del film
By Lorenzo Carapezzi / Aggiornato 2 minuti fa / Sceneggiatura

Scegliere il nome per un personaggio: La guida definitiva

Albus Percival Wulfric Brian Silente. Un nome lungo quanto un codice fiscale. Un nome che ha bisogno di due citofoni. Un nome strano, particolare, ma che racconta tutto del personaggio ancor prima di vederlo in azione.

Nel mondo della scrittura, ogni dettaglio conta. E tra i dettagli più importanti, ma spesso sottovalutati, c'è la scelta del nome del personaggio. Un nome non è solo un'etichetta, è un potente strumento narrativo che può svelare le origini, la personalità, il destino e persino il tono del tuo racconto.

Si prenda come esempio il nome del più grande mago di tutti i tempi. Perché J.K. Rowling ha scelto così tanti nomi e cosa significa ognuno?

Harry Potter - Albus Silente - Frame del film 2

Si noti che anche il numero di nomi può offrire importanti indizi sul nostro personaggio. Avere più di due nomi, infatti, suggerisce spesso un'estrazione aristocratica e una certa intelligenza, distaccandosi da un'origine più umile. Nel caso di Silente, la presenza di numerosi nomi ci indica immediatamente che non si tratta di un mago ordinario.

La scelta di questa lista di nomi aggiunge profondità e sfumature ad uno dei personaggi più iconici della saga e della letteratura degli ultimi trent'anni. Ma come si sceglie il nome per il proprio personaggio? Da quali domande devo partire? Quali sono esempi noti che hanno creato una leggenda attorno al nome?

La storia dei nomi

Prima di esaminare le tecniche per scegliere il nome di un personaggio, è affascinante capire come i nomi stessi si siano evoluti nel tempo.

Se oggi la scelta di un nome per un neonato è un atto di libertà personale da parte dei genitori, dettato da fattori come le tendenze del momento, la dedica a un familiare o una figura amata, o semplicemente la sonorità, in passato il nome aveva una funzione molto diversa.

Anticamente, i nomi non venivano scelti, ma ereditati o attribuiti. Essi non servivano a definire l'individuo come entità separata, ma a stabilirne l'appartenenza alla sua famiglia, alla sua classe sociale e alla sua origine geografica. Era un marchio che indicava la storia e lo status di un intero gruppo, non di un singolo individuo.

Ma perché abbiamo bisogno dei nomi? Su un piano psicologico, dare un nome è un gesto che incide profondamente sulla sua identità e sul suo percorso di vita. Fin dalla nascita, il nome contribuisce a definire il senso di sé e l’autostima, facendo sentire l’individuo riconosciuto e valorizzato. Allo stesso tempo, rappresenta un ponte verso la famiglia e la comunità, trasmettendo tradizioni, origini e un senso di appartenenza. Nell’ambito delle relazioni, l’uso del nome rafforza il legame, creando fiducia e intimità. Infine, la scelta del nome spesso riflette le speranze e le aspettative dei genitori, influenzando, anche in modo implicito, il modo in cui la persona si percepisce e viene percepita dagli altri.

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Le tecniche per scegliere un nome

La storia dei nomi, quindi, è molto più antica di quanto si possa pensare e risale ai primissimi tentativi di scrittura dell'umanità. Ed è da qui che dobbiamo partire: scegliere il nome del nostro protagonista è un’esigenza pratica.

A proposito, prima di passare alle tecniche, lo sapevate che il primo nome di cui si ha una documentazione è Kushim? Non si tratta di un re o di un eroe, ma di un contabile sumero che visse nell'antica Mesopotamia (attuale Iraq) intorno al 3000 a.C. Il suo nome compare su tavolette d'argilla che registravano transazioni commerciali, come una sorta di ricevuta contabile.

Il fatto che il primo nome documentato non appartenga a una figura di potere ma a un professionista sottolinea come la scrittura e l'identificazione personale siano nate in primo luogo per esigenze pratiche!

Allora, quali sono queste esigenze pratiche?

Start Wars - Darth Vader - Frame del film

Tratto di personalità

Questo è uno dei metodi più diretti ed efficaci. Il nome del personaggio può riflettere la sua indole, il suo ruolo o un aspetto cruciale del suo carattere, spesso grazie alla sua etimologia.

Pensa a personaggi come Darth Vader. "Vader" in olandese significa "padre", un'ironia narrativa che anticipa una grande rivelazione. Un altro esempio è Katniss Everdeen di Hunger Games, il cui nome deriva da una pianta acquatica commestibile, riflettendo la sua capacità di sopravvivere in condizioni estreme.

Suggerire un tempo e un luogo

Se la tua storia è ambientata in un periodo storico specifico o in una località ben precisa, un nome che si integra in quel contesto dà immediatamente credibilità al tuo mondo narrativo.

Prendiamo come esempio i due personaggi principali di Titanic (1997): James Cameron inserisce una storia d’amore inventata nel contesto reale del naufragio del 1912. Servono quindi dei nomi capaci sia di raccontare il divario e le personalità dei due personaggi, ma che siano anche coerenti con il reale contesto storico e sociale.

Titanic - Rose - Frame del film

Rose DeWitt Bukater porta un nome complesso e altisonante, tipico della classe aristocratica angloamericana: “Rose” evoca delicatezza e femminilità, mentre il doppio cognome “DeWitt Bukater” suggerisce lignaggio, ricchezza e tradizione familiare.

Al contrario, Jack Dawson ha un nome semplice, diretto e facilmente pronunciabile, con sonorità brevi che riflettono un’origine umile e popolare.

Questa contrapposizione onomastica diventa un primo strumento narrativo per rendere immediatamente percepibile la distanza tra i mondi a cui appartengono.

Crea un contrasto

Marcel Duchamp, figura centrale del dadaismo, rivoluzionò la concezione di bellezza nell’arte, spostando il focus dall’estetica tradizionale a un contrasto di idee e contesti. Con i suoi readymade, prese oggetti di uso quotidiano, privandoli della loro funzione originale e ricontestualizzandoli in modo provocatorio. Per lui, il “bello” non era più sinonimo di armonia visiva, ma di uno scontro intellettuale che destabilizza lo spettatore, stimolando riflessione e ironia attraverso il contrasto tra oggetto e significato.

Allo stesso modo, nella narrativa e nel cinema, il contrasto tra il nome di un personaggio e la sua personalità può creare un effetto molto potente e intrigante.

Misery non deve morire - Frame del film

Prendiamo ad esempio il film Misery non deve morire (Misery, 1990), tratto dal romanzo di Stephen King. L’antagonista si chiama Annie Wilkes, un nome che suona apparentemente dolce e ordinario, ma che contrasta fortemente con la sua personalità disturbata, ossessiva e violenta. Questo scarto tra il nome delicato e il carattere estremo crea un’aspettativa nel pubblico che viene poi rovesciata in modo inquietante, aumentando la tensione e l’impatto emotivo della storia.

Un significato simbolico

Questo approccio è utile per allegorie o per storie con un forte sottotesto. Il nome può richiamare figure mitologiche, personaggi storici, concetti astratti o oggetti.

In Matrix (1999), il personaggio Morpheus prende il nome dal dio greco dei sogni, riflettendo il suo ruolo di "risvegliare" Neo da un mondo illusorio.

L'importanza del suono e della sonorità

Non dimenticare mai come suona il nome quando viene pronunciato ad alta voce. La semplice sonorità può evocare e richiamare un’emozione. Il ritmo del nome è fondamentale, specialmente in combinazione con il cognome.

Tornando alla saga di Harry Potter, nomi come Severus Snape hanno una sonorità sibilante e un po' oscura che si sposa perfettamente con il personaggio. Al contrario, Hermione Granger ha un suono più articolato, che si addice al suo essere intellettuale e brillante.

Riferimento culturale o storico

Un nome può essere un ponte verso figure storiche, opere d'arte, miti, eventi o personaggi già esistenti nella letteratura e nel cinema. Questo non solo aggiunge un livello di lettura per chi coglie il riferimento, ma può anche suggerire qualcosa sul passato o sulla missione del personaggio.

V per Vendetta - Frame del film

Nel fumetto e successivo film V per Vendetta (V for Vendetta, 2005), il protagonista si chiama semplicemente V. Questo nome, pur essendo molto essenziale, richiama direttamente la lettera V come simbolo di vendetta e di vittoria. Ma soprattutto, evoca la figura storica di Guy Fawkes, il rivoluzionario inglese del XVII secolo che cercò di far saltare il Parlamento con la famosa Congiura delle polveri.

Il personaggio di V indossa una maschera ispirata proprio a Guy Fawkes e incarna la ribellione contro un regime oppressivo. Il nome quindi non è solo un semplice segno distintivo, ma un ponte diretto a una figura storica carica di significati di rivoluzione, resistenza e lotta per la libertà.

Questo collegamento arricchisce la narrazione, offrendo al pubblico un livello di lettura più profondo e un contesto simbolico potente.

Il nome che descrive un'azione o una professione

Alcuni nomi sono scelti per descrivere direttamente ciò che un personaggio fa. Questo tipo di nome è molto comune in fiabe, fumetti o storie con un forte significato simbolico, dove il nome stesso diventa un riassunto delle caratteristiche o del ruolo del personaggio.

Prendiamo Geppetto, il falegname che crea Pinocchio. Il suo nome è una variante di Giuseppe, un nome che deriva dall'ebraico Yoseph e significa "Dio aggiunga, accresca la famiglia attraverso i figli". È una scelta narrativa molto azzeccata, perché è proprio quello che fa Geppetto: non solo costruisce Pinocchio, ma aggiunge un figlio alla sua famiglia, realizzando il suo desiderio di paternità.

Conclusioni

La scelta di un nome è un'arte e richiede intuizione, ricerca e sperimentazione. Non aver paura di provare diverse opzioni. Usa libri sui nomi, cerca il significato etimologico e, soprattutto, pronuncia i nomi ad alta voce. Chiediti: "Questo nome dice al mio pubblico quello che voglio che sappia di questo personaggio? O crea un'aspettativa intrigante che poi posso sovvertire?"

Se dedichi tempo e attenzione a questo passaggio, i tuoi personaggi ti ringrazieranno e la tua storia ne uscirà rafforzata. Quale di questi metodi userai per il tuo prossimo personaggio?

Autore dell'articolo
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Lorenzo Carapezzi

La scrittura è al centro della mia vita professionale. Creo storie originali e insegno sceneggiatura a giovani talenti, aiutandoli a trasformare idee in trame e personaggi memorabili. Per me, la sceneggiatura è un'arte e una passione quotidiana.

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