Come analizzare una sceneggiatura
By Federico Verrengia / Aggiornato 5 minuti fa / Sceneggiatura

Guida all’analisi di una sceneggiatura: 7 step fondamentali

Oggi siamo sommersi da guide, tutorial e “metodi infallibili” per fare qualsiasi cosa: scrivere, leggere, analizzare. Ma quando si tratta di una storia o di una sceneggiatura, la realtà è che non esiste un’unica maniera corretta. Ogni lettura porta con sé nuove intuizioni: un libro che rileggi o un film che guardi per la quinta volta, svela sempre dettagli, relazioni e sfumature che ti erano sfuggiti.

Analizzare una sceneggiatura non significa seguire una formula matematica o inquadrarla attraverso rigide regole. Significa comprendere come i singoli elementi si intrecciano:

Ma come possiamo avvicinarci a questa comprensione? Quali metodi ci aiutano a capire meglio una storia e, nello specifico, una sceneggiatura?
Scott Myers, sceneggiatore, insegnante e blogger americano, ha scritto tempo fa un articolo ha avuto un enorme valore lungo il mio percorso di apprendimento. Vediamo insieme i suoi suggerimenti.

Up - Frame del film - La partenza di Carl

1. La prima lettura: sentire la storia

Il primo passo per analizzare una sceneggiatura non è valutare se la trama funziona o se i personaggi sono convincenti: è semplicemente leggerla. Leggere tutto d’un fiato, senza fermarsi a correggere, giudicare o annotare. Questo passaggio è “Il primo step”, serve a immergersi nella storia e percepirne il ritmo, il tono e le emozioni.

È durante questa lettura che iniziamo a riconoscere le forme generali della storia: il filo della trama principale, eventuali sottotrame, e le dinamiche tra i personaggi. Non si tratta ancora di analisi dettagliata, ma di costruire una sensibilità verso la storia, di capire cosa la rende viva o convincente. Ogni lettura successiva si aggiungerà a questa base, rivelando sfumature, temi nascosti e collegamenti che alla prima occhiata potevano sfuggire.

In altre parole, la prima lettura è come guardare un film per la prima volta: percepiamo il tutto prima di entrare nel dettaglio di ogni singolo fotogramma.

C’è una sola vera difficoltà nel fare questo: trovare il tempo, lo spazio e il silenzio necessari.

Leggere una sceneggiatura sullo smartphone in coda al supermercato non significa davvero entrare nella storia. Lo stesso vale se ti interrompi ogni cinque minuti per controllare email e social: stai “leggendo”, ma non stai ascoltando la storia. La verità è che se sei davvero serio nel voler imparare il mestiere, devi trovare la forza di volontà per staccare tutto e concederti 90 minuti di immersione totale.

Questa lettura non è solo allenamento per capire le storie: è la stessa concentrazione che serve quando ci si siede a scrivere. Per questo Myers consiglia un esercizio semplice e potente:

1️⃣ Scegli una sceneggiatura di un film che conosci bene.

2️⃣ Stampala, se leggere in PDF ti porta a distrarti.

3️⃣ Chiuditi in una stanza, senza interruzioni.

4️⃣ Segui la storia dall’inizio alla fine, senza fermarti.

5️⃣ Al termine, chiediti: “Cosa ho provato leggendo questa sceneggiatura? Perché?”

Questa domanda è il vero punto di partenza. È la porta che ti introduce al lavoro analitico vero e proprio, fino ad arrivare a uno scene-by-scene breakdown. Ma senza un primo passaggio di immersione, tutto il resto rischia di essere solo tecnica vuota.

Up - Frame del film - Carl e Ellie da bambini

2. Scomponi scena per scena: entra nel cuore della sceneggiatura

Dopo la prima lettura, arriva il momento di passare dall’impressione generale al dettaglio. Qui entra in gioco la scomposizione in scene, ovvero un elenco di tutte le scene della sceneggiatura accompagnato da una breve descrizione di quello che accade. È un esercizio semplice solo in apparenza, ma in realtà rappresenta il primo vero passo verso un’analisi strutturale della storia.

Scott lo descrive così: non si tratta soltanto di segnare ogni singola scena, ma anche di raggruppare più scene quando formano un evento unico o un blocco d’azione continuo. Non esiste un criterio assoluto: il punto è scomporre la storia in parti riconoscibili, così da avere una mappa chiara da cui partire per approfondire temi, struttura e personaggi.

Un esempio pratico Myers lo fa con Up, il film Pixar. Ecco come comincia il breakdown:

  • Pagine 1-3: Filmato d’epoca di Charles Muntz, il suo dirigibile The Spirit of Adventure e la leggenda di Paradise Falls. Tra gli spettatori in sala c’è un giovanissimo Carl Frederickson.
  • Pagine 4-7: Carl sogna di essere come Muntz, quando incontra Ellie, una bambina piena di energia che condivide la sua stessa passione per l’avventura. Nasce subito un legame.
  • Pagine 7-10: Carl, con un braccio ingessato, riceve da Ellie il suo Adventure Book e una promessa: un giorno andranno insieme a Paradise Falls.

Questo tipo di esercizio serve a vedere la storia nella sua sequenza reale, pagina dopo pagina. Non stai ancora interpretando o giudicando: stai registrando quello che accadde. Solo dopo, quando avrai davanti a te la lista completa delle scene, potrai cominciare a individuare pattern narrativi, ricorrenze tematiche, momenti chiave e l’arco dei personaggi.

In pratica, la scomposizione ti offre la mappa della sceneggiatura: una visione oggettiva, schematica, che diventa la base per qualunque analisi più profonda.

Up - Frame del film - La routine di Carl

3. Punti di svolta e sequenze: dare struttura alla storia

Il naturale livello successivo alla scomposizione delle scene è quello di individuare i punti di svolta principali (Plotline Points) e i blocchi narrativi/sequenze (Sequences). In altre parole, si tratta di capire dove la storia cambia direzione e come la sceneggiatura è divisa in segmenti che portano avanti il conflitto.

Questa fase è cruciale nell’analisi di una sceneggiatura perché permette di vedere la struttura della storia emergere chiaramente. Ogni punto di svolta è un momento significativo che altera la direzione della storia e apre una nuova fase. Le sequenze, invece, sono gruppi di scene che funzionano come mini-storie all’interno della storia, con un inizio, uno sviluppo e una fine.

Riprendendo l’esempio di Up, Myers mostra come dalla scomposizione si possa estrarre una mappa della sceneggiatura:

  • Apertura (pag. 1–14): Presentazione di Carl ed Ellie, la loro promessa e la morte di Ellie. Primo grande punto di svolta: la perdita di Ellie.
  • Sequenza 1 (pag. 14–22): La vita solitaria di Carl, l’arrivo di Russell e l’incidente con l’operaio. Incidente scatenante: Carl viene costretto a lasciare la sua casa.
  • Sequenza 2 (pag. 23–26): Carl prende una decisione radicale: sollevare la casa con i palloncini e partire per Paradise Falls. Punto di svolta: l’avventura ha inizio.
  • Secondo atto e oltre: Ogni sequenza aggiunge nuove complicazioni, introduce sottotrame (Kevin, Dug, Muntz), e mette Carl di fronte a decisioni che lo trasformano interiormente.

Questa analisi ti permette non solo di seguire la progressione esterna della storia, ma anche di mettere a fuoco il cuore drammatico: il vero viaggio emotivo del protagonista.

Il vantaggio pratico? Una volta che hai mappato i punti di svolta principali e i blocchi narrativi, puoi vedere se la tua sceneggiatura “respira”, se i colpi di scena arrivano con il giusto ritmo, e se ogni sequenza spinge davvero la storia in avanti.

Up - Frame del film - L'incontro tra Carl e Russel

4. Personaggi, relazioni e funzioni: il tessuto nascosto della storia

Se i punti di svolta e le sequenze ci mostrano la struttura esterna della storia, le sottotrame e le relazioni tra i personaggi ci portano dentro al suo cuore emotivo. Le sottotrame, infatti, non sono meri riempitivi, ma linee narrative fondamentali che riflettono e amplificano i temi centrali.

Come individuarli? La chiave è guardare ai rapporti tra i personaggi. Ogni relazione importante costituisce quasi sempre una sottotrama. Nel caso di Up, Myers elenca:

  • Carl + Ellie – la promessa, il motore emotivo della storia.
  • Carl + Russell – il legame che si trasforma da fastidio a rapporto padre-figlio.
  • Russell + Kevin – l’amicizia ingenua che porta guai ma anche speranza.
  • Carl + Muntz – il conflitto diretto con il nemico, specchio delle sue stesse ossessioni.
  • Carl + Dug – il rapporto con un “compagno” inaspettato, simbolo di amore incondizionato.
  • Russell + suo padre – la ferita emotiva che spiega i veri bisogni del ragazzo.

Ognuno di questi legami non solo porta avanti la trama, ma arricchisce la dimensione tematica della storia: l’amicizia, la perdita, l’amore, la famiglia, l’accettazione.

Myers sottolinea anche la funzione dei personaggi in termini archetipici:

  • Protagonista: Carl
  • Nemesi: Muntz, Alpha e i cani, il costruttore immobiliare
  • Attrattori: Ellie e Russell, che spingono Carl verso la vita
  • Mentore: Dug, con la sua lezione sull’amore incondizionato
  • Trickster: Kevin, l’elemento caotico che scompiglia i piani

Capire sottotrame e funzioni serve a vedere come una sceneggiatura bilancia linea esterna (trama) e linea interna (tema): l’azione e il conflitto da una parte, la trasformazione emotiva e psicologica dall’altra.

In sostanza, le sottotrame sono il modo in cui un film ci parla davvero: non solo attraverso cosa succede, ma attraverso i rapporti che plasmano e cambiano i personaggi.

Up - Frame del film - Metamorfosi

5. Metamorfosi: il cuore del viaggio del protagonista

Malcolm Cowley disse:

Alla fine qualcosa è cambiato. Se non è cambiato niente, non è una storia.

La metamorfosi è il nucleo di ogni narrazione: senza trasformazione, non c’è vera storia. Scott Myers la definisce come la trasformazione interiore del protagonista, il passaggio da uno stato di disunità a uno di unità, spesso parallelo al viaggio esterno della trama.

Nel caso di Up, Carl Frederickson inizia in uno stato di profonda disconnessione:

  • È solo, segnato dalla perdita di Ellie.
  • Vive aggrappato ai ricordi, più morto che vivo.
  • Persino la sua casa, circondata da grattacieli, rappresenta un relitto del passato.

Il viaggio verso Paradise Falls lo costringe a un processo di decostruzione: le sue abitudini, il suo isolamento e il suo cinismo vengono messi in crisi da Russell, Kevin e Dug. Ogni incontro, ogni ostacolo, scardina un pezzo delle sue difese e lo obbliga ad aprirsi.

Questa demolizione lascia spazio alla ricostruzione:

  • La promessa fatta a Russell (“cross your heart”) riattiva il suo senso di responsabilità.
  • L’affetto del ragazzo e l’amore incondizionato di Dug riaccendono in lui la capacità di legarsi agli altri.
  • Perfino Kevin, con la sua vitalità incontrollata, diventa un catalizzatore di cambiamento.

Il punto di svolta definitivo arriva quando Carl rinuncia alla casa – simbolo del suo passato e del legame con Ellie – lasciandola andare tra le nuvole. Quello che all’inizio era tutto il suo mondo diventa “solo una casa”. In quel momento, la sua metamorfosi si compie: smette di vivere nel ricordo della morte e sceglie di vivere nel presente, con la nuova famiglia che ha trovato.

Il viaggio interiore di Carl dimostra una verità universale: una storia non è solo ciò che accade, ma soprattutto chi diventa il protagonista grazie a ciò che accade.

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6. Temi: il significato profondo della storia

Se la metamorfosi riguarda il cambiamento del protagonista, i temi riguardano il significato di quel cambiamento. Myers lo sintetizza in modo chiaro: Tema = Significato.

Il tema non è una morale o una frase da scrivere in copertina, ma la forza invisibile che lega insieme trama, sottotrame e trasformazioni dei personaggi.

Ogni storia porta con sé più di un tema: uno centrale e diversi sottotemi che emergono attraverso le sottotrame. Analizzarli significa chiedersi: Che cosa ci sta dicendo davvero questa storia?

Nel caso di Up, il tema centrale può essere definito così:

👉 Per ritrovare la vita, bisogna aprirsi al presente e alle relazioni.

Carl parte “senza vita” (lifeless) dopo la morte di Ellie. Alla fine, accetta una nuova avventura: non più quella di Paradise Falls, ma quella di un rapporto vivo e presente con Russell (e con Dug). È, come dice Myers, una vera storia di resurrezione.

Accanto al tema centrale, emergono vari sottotemi, spesso legati alle sottotrame:

  • Amore incondizionato – rappresentato da Dug, che incontra Carl dicendo: “I have just met you and I love you.”
  • L’eredità dei legami – Ellie vive attraverso il ricordo e la promessa di Carl, che si compie solo quando lui la lascia andare.
  • Famiglia scelta – Carl, Russell, Kevin e Dug formano un nucleo imprevisto, che rimpiazza il vuoto lasciato da Ellie e dal padre assente di Russell.
  • Il peso del passato vs. la possibilità del presente – la casa è simbolo del passato che trattiene Carl; quando la lascia andare, abbraccia il futuro.

Analizzare i temi significa dunque leggere oltre l’azione: capire non solo cosa succede, ma perché succede, e quale riflesso lascia nei personaggi e nello spettatore.

In sintesi: se i punti di svolta e le sequenze ti mostrano la meccanica del racconto, i temi ti mostrano la sua anima.

Up - Frame del film - Carl, Russel e Dug

7. Stile e linguaggio: la voce unica di una sceneggiatura

Una volta esplorata la struttura, i personaggi, la metamorfosi e i temi, resta un ultimo livello: lo stile e il linguaggio con cui la sceneggiatura è scritta.

Perché sì, leggere una sceneggiatura non è solo decifrare la storia, ma anche riconoscere la voce dello sceneggiatore.

Myers sottolinea che ogni sceneggiatura porta con sé un modo particolare di raccontare: ritmo delle descrizioni, uso dei dettagli visivi, scelta delle parole nei dialoghi, persino la punteggiatura. Non è un aspetto secondario: lo stile influenza la percezione della storia tanto quanto la trama.

Alcuni elementi da osservare:

  • Il ritmo delle scene: frasi brevi e asciutte trasmettono velocità, tensione o urgenza; descrizioni più ampie e dettagliate creano atmosfera e introspezione.
  • La voce narrativa: alcune sceneggiature usano un tono neutro e invisibile, altre si concedono ironia, immagini vivide o persino commenti rivolti allo spettatore.
  • Il linguaggio dei personaggi: come parlano i protagonisti? Il lessico, le pause, i silenzi raccontano molto della loro identità.
  • Scelte visive e sensoriali: non solo cosa vediamo, ma come ci viene mostrato. Uno sceneggiatore bravo sa “proiettare un film nella mente del lettore” con le parole.

In Up, lo stile Pixar si percepisce già dal copione: descrizioni essenziali, ritmo calibrato, emozione veicolata attraverso piccoli dettagli visivi (la spilletta di Ellie, la casa trascinata dai palloncini, il semplice “Wow” di Carl). È un linguaggio economico ma potentissimo, che trasmette il massimo con il minimo.

Analizzare stile e linguaggio significa dunque capire come la sceneggiatura prende vita non solo attraverso cosa racconta, ma attraverso come lo racconta. Ed è questo livello, forse più sottile ma decisivo, che separa un copione tecnico da un’opera che respira davvero.

Conclusioni

Analizzare una sceneggiatura non è un esercizio meccanico, ma un percorso a strati. Si parte con l’immersione totale nella storia; si passa alla scomposizione scena per scena, per avere la mappa degli eventi; si identificano i punti di svolta principali e le sequenze, per vedere la struttura in azione; si scende poi nel cuore emotivo con sottotrame, relazioni e funzioni dei personaggi; si segue la metamorfosi del protagonista, che dà senso al racconto; si esplorano i temi, cioè i significati profondi; e infine si riconosce lo stile e linguaggio, la voce unica che dà vita alla pagina.

Ogni livello aggiunge prospettiva e profondità. Nessuno è “l’unico metodo giusto”: sono strumenti, lenti diverse per osservare e capire meglio una storia. L’importante è praticare, tornare a leggere, riscoprire ogni volta nuove sfumature.

In fondo, leggere una sceneggiatura significa fare lo stesso viaggio del protagonista: partire da un punto di vista limitato e trasformarsi lungo il percorso. Più ci esercitiamo, più impariamo a vedere oltre le righe, a cogliere i battiti nascosti di una storia.

Se vuoi davvero crescere come sceneggiatore, non fermarti alla superficie: spegni le distrazioni, prendi una sceneggiatura e immergiti. Poi rileggila, analizzala, smontala e ricostruiscila. È così che si diventa non solo lettori, ma narratori consapevoli.

Autore dell'articolo
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Federico Verrengia

Una storia inizia con un’idea, piccola ma potente, capace di crescere e prendere vita. Così è iniziato il mio percorso verso il cinema e il mestiere dello sceneggiatore, e ho voluto fondare Pictures Writers per rendere il tuo più semplice.