Immagina una storia così intrigante da trattenere qualcuno sveglio, notte dopo notte, nella trepidante attesa di sapere come andrà a finire.
Questo è esattamente ciò che accade nella celebre raccolta di racconti Le mille e una notte.
La protagonista Shahrazād, per salvarsi la vita, racconta al re Shahriyar una nuova storia ogni sera, ma al sorgere del sole, la interrompe. Lascia il racconto in sospeso, come un enigma irrisolto, abbastanza avvincente da costringere il re a rimandare l'esecuzione per scoprire cosa accadrà il giorno successivo.
Questa antica tecnica narrativa, è molto più che un semplice trucco: è un potente modo per catturare l'interesse, generare tensione, tenere il pubblico in sospeso sull'orlo di un'emozione intensa.
Cos'è un cliffhanger? Significato
Il cliffhanger è un espediente narrativo utilizzato per creare tensione terminando una scena, un capitolo o persino un'intera narrazione con un conflitto irrisolto.
Quindi il cliffhanger è una tecnica narrativa, che non dipende dal mezzo espressivo utilizzato: che si tratti di letteratura, cinema, serie TV o altro, il suo significato e il suo effetto all'interno di una storia resteranno invariati.
Etimologia del nome
Il termine "cliffhanger" deriva dall'inglese, ed è composto da cliff ("scogliera" o "dirupo") e hanger ("sospeso", "appeso").
L'immagine richiama qualcuno che rimane aggrappato a un precipizio, in bilico tra la salvezza e il pericolo, senza sapere quale sarà il suo destino.
Questa metafora esprime perfettamente la suspense che si crea lasciando un racconto sospeso, senza risoluzione immediata.
Primi utilizzi del cliffhanger nel cinema
I primi utilizzi del cliffhanger in ambito cinematografico risalgono all'inizio del secolo scorso. Siamo nei primi anni del 1900, quando in Nord America iniziano a diffondersi i nickelodeon, i precursori delle moderne sale cinematografiche. Qui venivano proiettati cortometraggi di circa 10 minuti, realizzati con un solo rullo, il cosiddetto one-reeler.
Ben presto, però, il pubblico comincia a richiedere film di maggiore durata. I registi sono entusiasti di rispondere a questa domanda, ma si presenta un problema tecnico: con un solo proiettore, il proiezionista doveva fermare la visione per cambiare rullo. Questo intervallo rischiava di distrarre gli spettatori e far perdere loro il filo della storia.
La soluzione trovata dai registi? Inserire un cliffhanger. Ogni bobina terminava così con un momento di alta suspense, con una domanda o un evento lasciato irrisolto, che avrebbe trovato risposta all’inizio della bobina successiva.
Quando si usa un cliffhanger?
Un cliffhanger si inserisce alla fine di una scena, di una sequenza, di un atto o persino al termine di un intero film.
Non ci sono regole rigide, ma possiamo basarci sul principio che ogni scena, in una buona storia, dovrebbe spingere la trama in avanti. Ogni scena risponde a una domanda lasciata aperta dalla scena precedente e ne introduce una nuova, che sarà esplorata in quella successiva.
Considerando questo, possiamo dire che ogni opera ha il potenziale per essere un contenitore di cliffhanger.
Un esempio evidente è rappresentato dalle serie TV, create come opere audiovisive a episodi. Come si fa a tenere il pubblico incollato allo schermo e a invitarlo a guardare subito il prossimo episodio? Proprio attraverso l’uso sapiente del cliffhanger.
Ma se ancora non fosse chiaro non preoccuparti, ti mostro subito alcuni esempi.
Cliffhanger: Esempi
Pulp Fiction (1994)
L'inizio di Pulp Fiction è emblematico e ci aiuterà a chiarire subito il concetto.
Un uomo e una donna mangiano all'interno di una tavola calda, parlano di rapine. La scena è narrativamente un crescendo, un escalation che porta i personaggi a decretare quel ristorante come il posto perfetto per una rapina. Sono pronti, tirano fuori le pistole e, Tarantino la chiude con i titoli di testa. Bisognerà aspettare la fine del film per sapere cosa succederà.
Ritorno al futuro (1985)
Di sopra ti ho parlato di come i cliffhanger vengano utilizzati nelle serie tv per invogliare lo spettatore a vedere l'episodio successivo in maniera compulsiva. Questo accade anche per i film che vogliano spianare la strada per possibili sequel.
Nel finale di Ritorno al futuro, il Dr. Emmett Brown arriva con la DeLorean e avvisa Marty che lui e Jennifer devono tornare nel futuro per risolvere un problema che coinvolge i loro figli. I tre partono e... titoli di coda.
Kill Bill: Volume 1
Un altro ottimo esempio sono quei film che nascono come unici ma che poi, per vari motivi, vengono divisi in dilogie o trilogie. In questi casi non si parla di veri e propri sequel ma di parti divise della stessa opera. Questo porta gli autori a dover costruire cliffhanger ancor più intensi per coprire la lunga attesa della parte successiva.
Conclusione
Lasciare sulle spine il pubblico può rivelarsi uno strumento molto utile per non avere perdita di ritmo e invogliare il lettore ad andare avanti con interesse.
Questo però non vuol dire riempire di conflitti irrisolti e staccare bruscamente in ogni momento di alta tensione. Bisogna saper dosare e bilanciare il tutto. Cerca sempre di costruire ogni parte della tua storia con scopo e significato.