In oltre un secolo di cinema, il suo linguaggio è mutato tanto, cercando sempre nuove modalità per comunicare con lo spettatore. Tante tecniche sono andate a scomparire, mentre altre, sono diventate necessarie fin dal giorno della loro apparizione, e tutt’oggi mantengono un’integrità che probabilmente non perderanno mai.
In cima a questa lista, si distingue il campo e controcampo. In questo articolo esploreremo questa tecnica registica: scopriremo cos’è, quando è nata, quali sono le sue peculiarità, come utilizzarla durante le riprese e, infine, come gestirla in fase di montaggio.
Cos’è il campo e controcampo?
Il campo e controcampo è una tecnica registica per il quale il regista posiziona la macchina da presa in direzione di un soggetto e successivamente mostra la visuale inversa della ripresa precedente.
Solitamente, le due sequenze vengono unite in fase di montaggio e questo darà allo spettatore la percezione che i due personaggi si guardino l’un l’altro mantenendo così la continua visiva. Salvo casi eccezionali, infatti, il principale compito del regista è quello di creare una coerenza continua fra le varie riprese, scene e sequenze. In questo modo lo spettatore rimarrà concentrato e seguirà la narrazione del film in maniera fluida, rendendo invisibile la mano che muove la macchina da presa .
Come starai già immaginando, questa tecnica di regia e montaggio, viene usata principalmente nelle scene di dialogo tra due o più personaggi. Spesso viene effettuate tramite due inquadrature cinematografiche:
Inquadratura di quinta
Anche chiamate “oltre la spalla” - dall’inglese over the shoulder - queste tipologie di riprese prevedono entrambi i personaggi all’interno del quadro. Uno dei due è inquadrato direttamente mentre l’altro occupa solo una piccola porzione e viene mostrato di spalle.
Con questa inquadratura lo spettatore percepisce maggiormente il conflitto tra due personaggi.
Inquadratura singola
In questo caso è presente un solo soggetto all’interno del quadro. Tagliando completando un personaggio fuori dallo schermo, la diretta conseguenza è evidenziare maggiormente l'altro. Ciò crea un disconnessione all'interno della scena compensando con un maggiore impatto emotivo sul protagonista dell'inquadratura.
Perché usare campo e controcampo?
Le storie si occupano di personaggi, e i personaggi muovono le storie. Lo spettatore si emoziona ed entra in empatia con i loro dialoghi e le loro azioni. Ma cosa centra il campo e controcampo in tutto questo?
Sebbene si pensi che le scene di dialogo siano le più semplici da girare, questo è un grosso sbaglio. Infatti, quando due personaggi dialogano fra loro ci sono tanti elementi che impattano: le parole, il tema del dialogo, il luogo, la tipologia dei personaggi, il loro rapporto, il contesto in cui si trovano e molto altro.
Ma come si può rispondere a tutte queste domande? Ponendosi prima di tutto la domanda fondamentale: cosa deve comunicare la scena?
Trovata la risposta si passa alla successiva: come lo posso comunicare? Una scelta, ma non l’unica, è utilizzando il campo e controcampo. Ma quali sono gli elementi che ti offre questa tecnica?
Elementi del campo e controcampo
- Fluidità della scena. La macchina da presa si muove in maniera classica e mantiene coerente la direzionalità tra i personaggi. Ciò facilita l’interpretazione della scena allo spettatore facendo sì che possa concentrarsi sull’aspetto narrativo e il dialogo.
- Emotività dei personaggi. Spesso, le scene di dialogo, mostrano conflitti o confronti tra due soggetti. In queste situazioni entrano in gioco le emozioni. Pensa a scene di litigi, condivisione, momenti gioiosi e quant’altro.
- Inquadrature di reazione. Non sempre è necessario inquadrare chi ha la parola. Anche se molto sottovalutato, concentrarsi sulla reazione di un personaggio durante l’azione di un altro, può aprire un mondo di possibilità.
Come effettuare le riprese in campo e controcampo?
Fare cinema è prima di tutto un lavoro di squadra, e le principali figure necessarie per realizzare un campo e controcampo sono il regista e il montatore. Il primo ovviamente perché si troverà a gestire le riprese in fase di produzione. Il secondo perché dovrà unire in post-produzione il materiale che il regista ha girato in precedenza.
Regola dei 180 gradi
La "regola dei 180 gradi" è un principio fondamentale quando si utilizza il campo e controcampo, e si riferisce alla creazione di una linea immaginaria tra i due soggetti in scena. Questa linea non deve mai essere attraversata dalla macchina da presa, altrimenti il risultato potrebbe disorientare lo spettatore, facendo percepire i personaggi come se stessero guardando nella direzione sbagliata.
In pratica, si definisce un lato della linea e tutte le inquadrature successive devono rimanere coerenti con quella scelta. Ad esempio, se si filma un dialogo tra due persone, mantenere il rispetto di questa linea aiuta a preservare il senso di direzione e continuità nel confronto.
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Tipologie di inquadrature
Nonostante questa tecnica utilizzi la parola campo, dal momento che parliamo di inquadrature sui personaggi, ci riferiamo ai piani cinematografici. Come accade anche in altre situazioni, non esiste un’inquadratura unica e specifica da utilizzare per il campo e controcampo. Tutto si basa su ciò che vuoi comunicare.
Ti faccio qualche esempio: se vuoi evidenziare lo stato emotivo dei personaggi durante un dialogo drammatico, i primi piani potrebbero risultare la scelta giusta. Non sarebbe lo stesso in un film d’azione, dove protagonista e antagonista si trovano faccia a faccia guardandosi con aria di sfida. Un piano americano con inquadratura di quinta che accentua il confronto tra i due soggetti, probabilmente sarebbe più appropriato.
Come montare il campo e controcampo?
Il montaggio del campo e controcampo è essenziale per mantenere la coerenza visiva e narrativa. La chiave sta nel mantenere la continuità del dialogo e nell'alternare le inquadrature in modo fluido e naturale. È importante scegliere il momento giusto per passare da un'inquadratura all'altra, seguendo i ritmi del dialogo o dell'azione.
Inoltre, è cruciale che il montatore rispetti la regola dei 180 gradi e la posizione dei personaggi, evitando disorientamenti nel pubblico. Il montaggio può anche giocare con l'intensità della scena, alternando inquadrature più ravvicinate per enfatizzare momenti di tensione, o allargando il campo per momenti di riflessione o allontanamento.
Conclusioni
Il campo e controcampo è una tecnica fondamentale per creare dialoghi efficaci e scene di interazione tra i personaggi. Sebbene sembri semplice, il suo utilizzo corretto richiede attenzione, una scelta consapevole delle inquadrature e una gestione attenta del montaggio per non perdere coerenza narrativa. Usato con maestria, il campo e controcampo può arricchire qualsiasi produzione cinematografica, fornendo profondità e dinamismo alla narrazione.